Le doule sono donne che per scelta di vita supportano le altre donne.
Fanno della centralità della donna la loro missione.
Lo facciamo durante la maternità perché è la fase di cambiamento che più rende le donne forti ed esposte, e che più necessita di un supporto per trovare la quadra nel subbuglio e per fare a modo loro, il più giusto.
Alle donne non serve essere riconosciute dagli altri per sentirsi meritevoli di affetto o di valore. Non serve accontentare gli altri per guadagnarsi un posto nella società. Non serve che si dica loro cosa fare o non fare con il proprio figlio.
Eppure, alle madri ogni giorno è richiesta più di una rinuncia, sempre troppo grandi. Rinunciare a loro stesse, al proprio istinto, alla propria serenità, alla propria sicurezza. Siamo addestrate fin da piccole a essere collaborative, servizievoli, brave, belle, ubbidienti. Buoni voti a scuola, non creare problemi, sorridere, stare con un uomo, ringraziare, fare figli, prendersi cura di tutti.
La scala dei valori delle donne è sempre barcollante. Pende sempre verso l’esterno, mai verso il proprio centro, il proprio baricentro.
Le donne si muovono in questo spiraglio di società, quello che chiede loro di essere qualcosa che non sentono, o di fare qualcosa nei modi che non sono i loro, quelli più veri e genuini.
Le doule si pongono accanto le donne in questo spiraglio e le supportano. Fregandosene delle convenzioni, dei falsi miti, dei tabù, dei preconcetti. Solo le donne al centro, viste, ascoltate, percepite, liberate.
Le doule credono nelle donne. E oggi le festeggiano come ogni altro giorno: lavorando accanto a loro, guardandole negli occhi con rispetto, con ammirazione, con orgoglio.